Lo sport favorisce l’inserimento lavorativo dei giovani. Secondo i dati Eurostat, il lavoro nello sport si conferma un ambito ad alta intensità giovanile e in continua crescita: è il terzo anno consecutivo di incremento, riporta ItaliaOggi.
Nel 2024 gli occupati nel settore hanno raggiunto quota 1,6 milioni, pari allo 0,8% del totale dei lavoratori europei, con un incremento del 6,5% rispetto all’anno precedente (circa 100mila persone in più): un trend consolidato visto che nel 2021 i lavoratori del comparto erano appena 1,37 milioni.
Il peso dei giovani e il divario di genere
La vera peculiarità del settore è la forte presenza di under 30. Oltre 607mila persone tra i 15 e i 29 anni lavorano nello sport, pari al 36,8% degli occupati del comparto. Una quota più che doppia rispetto alla media generale dell’occupazione europea, che si ferma al 17,3%.
La fascia prevalente resta comunque quella tra i 30 e i 64 anni, con il 59,2% (contro il 79,6% nell’economia complessiva). Più ridotta, ma leggermente sopra la media generale, la quota di over 65: il 4% degli occupati sportivi contro il 3,1% totale.
Il settore sportivo impiega più uomini (56,3%) che donne (43,7%), ma nel 2024 si è comunque registrato il massimo storico per numero di lavoratrici: 721mila, con un incremento annuo del 4,2%.
La disparità cresce però nelle posizioni di vertice. Nei dieci sport più praticati in Europa, meno di un quarto dei ruoli decisionali nelle federazioni nazionali è ricoperto da donne: si passa da meno dell’8% in Slovenia al 51% in Svezia. Solo il 13% delle federazioni è guidato da una presidente donna, mentre il 21% ha una vicepresidente.
Formazione e competenze
Gli occupati nello sport presentano un livello medio-alto di istruzione: quasi l’85% ha un titolo medio o superiore secondo la classificazione Isced dell’Unesco, pari a circa 1,4 milioni di persone.
Particolarmente rilevante la crescita dei titoli universitari: nel 2011 solo il 28,5% aveva completato un percorso terziario, quota salita al 40,7% nel 2024. Sul piano territoriale, Islanda e Svezia guidano la classifica con la percentuale più alta di occupati nello sport rispetto al totale dei lavoratori, rispettivamente con il 2,8% e l’1,5%.
A seguire si trovano la Danimarca con l’1,4% e, subito dopo, Spagna e Norvegia entrambe con l’1,2%. L’Italia si colloca leggermente sotto la media europea, con lo 0,7% contro lo 0,8% Ue. In fondo alla classifica si trovano invece Repubblica Ceca (0,47%), Bulgaria (0,44%) e Romania (0,2%).