Adidas, salta il banco con il governo tedesco: azzerato l’accordo collettivo

Fallisce il pressing dell’esecutivo di Berlino: l’azienda corre ai ripari per compensare un impatto stimato di 200 milioni dovuto ai dazi, coinvolti oltre 8mila lavoratori.

Adidas accordo collettivo
negoziazioni fallite
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Adidas va allo strappo col governo tedesco. Il colosso dell’abbigliamento sportivo ha deciso di non applicare più nei suoi stabilimenti tedeschi le regole previste dal contratto nazionale collettivo di lavoro, frutto di accordi sindacali di lunga data. 

Una mossa che riguarda più di 8mila dipendenti e che rappresenta un segnale del profondo cambiamento che sta attraversando l’economia tedesca.Questa scelta segna anche la rottura delle trattative con i sindacati per il rinnovo contrattuale, che chiedevano un aumento salariale del 7%.

Il fallimento delle trattative con i sindacati

Per l’organizzazione sindacale Igbce, la decisione significa che «i dipendenti saranno completamente alla mercé dei loro dirigenti per quanto riguarda l’evoluzione dei loro salari e delle loro condizioni di lavoro».

In una lettera interna, l’azienda ha comunicato che non sarà più rappresentata dall’associazione dei datori di lavoro nelle prossime negoziazioni, come riportato dalla Sueddeutsche Zeitung

Secondo fonti vicine al gruppo, Adidas sarebbe stata disposta a concedere l’aumento salariale, forte di previsioni di utile 2025 comprese tra 1,7 e 1,8 miliardi di euro, ma avrebbe rifiutato la richiesta di un bonus per gli iscritti al sindacato.

Il nodo dietro al naufragio della negoziazione

Per la stampa tedesca, però, il vero motivo dello scontro è un altro: il sindacato vuole estendere il contratto collettivo anche ai dipendenti di livello superiore, attualmente esclusi in circa 3mila casi nello stabilimento di Herzogenaurach. 

Secondo l’azienda, questa estensione «comporterebbe notevoli svantaggi per l’azienda e per i suoi dipendenti attualmente non coperti dal contratto collettivo». Il sindacato definisce tale giustificazione «un’assurdità», sostenendo che un contratto valido per tutti garantirebbe trasparenza e chiarezza.

Impatto dei dazi sul secondo semestre

La vicenda si inserisce in un contesto in cui il governo tedesco sta tentando di rafforzare la contrattazione collettiva, soprattutto per le aziende che lavorano con la pubblica amministrazione. Un tentativo che, però, sembra avere scarso effetto sui grandi gruppi industriali.

A complicare lo scenario per Adidas c’è l’impatto dei dazi, che il gruppo stima in circa 200 milioni di euro. Una “batosta” che arriva in un momento di ripresa commerciale: nel primo semestre dell’anno le vendite nette hanno raggiunto 12,11 miliardi di euro, con un utile operativo in crescita del 57,7%. 

Secondo Mark Mason, cfo di Citigroup, «si prevede un ulteriore raffreddamento della spesa dei consumatori nella seconda metà dell’anno, man mano che gli effetti dei dazi si faranno sentire».