Cresce la spesa per Milano-Cortina 2026. Mentre le Olimpiadi si avvicinano, si intensifica anche il dibattito attorno ai costi effettivi dell’evento, che secondo le dichiarazioni ufficiali ammonteranno a 5,4 miliardi di euro.
Il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, ha tracciato un primo bilancio durante il question time alla Camera, rispondendo a un’interrogazione parlamentare sullo stato della spesa per le Olimpiadi.
I numeri dei Giochi
«Solo i costi organizzativi ammontano a 1,9 miliardi di euro. Altri 3,5 miliardi sono gli investimenti sulle infrastrutture in opere pubbliche, delle quali solo poco più del 15% sono infrastrutture sportive, che non servono solo per i Giochi ma anche dopo. I fatti lo testimonieranno».
Una distinzione chiave, quella tra spese organizzative e investimenti in opere pubbliche. Gran parte di questi fondi sono gestiti da Simico Spa, la società incaricata della realizzazione delle infrastrutture, che conta in portafoglio oltre 90 interventi per un valore di circa 3,4 miliardi di euro, di cui 2,8 miliardi destinati a opere pubbliche utili anche oltre i Giochi.
Il deficit contabile
Il Ministro ha poi chiarito la natura del deficit apparente che emerge dai bilanci della Fondazione organizzatrice: «L’equilibrio economico della consistenza patrimoniale della fondazione è garantito per una parte cospicua, circa un terzo del budget pluriennale, dai contributi del Cio – ha proseguito Abodi –. L’attuale deficit patrimoniale è dovuto al fatto che gran parte dei ricavi non possono essere contabilizzati come componenti attive del patrimonio; lo squilibrio patrimoniale è strutturalmente dovuto all’impossibilità di iscrivere nei singoli esercizi che precedono le Olimpiadi i contributi certi del Cio, anche se già incassati».
Un passaggio tecnico, ma rilevante: gran parte dei ricavi certi – soprattutto quelli provenienti dal CIO – non possono essere iscritti a bilancio prima del 2026. Questo crea un “deficit apparente” che, secondo Abodi, è puramente contabile e non strutturale.
L’investimento sulle infrastrutture
Un altro punto centrale nelle parole del ministro è la ricaduta duratura degli investimenti:
I Giochi Olimpici di Milano-Cortina, precisa Abodi, «sono espressione dell’impegno della Fondazione Milano-Cortina, che si occupa dell’organizzazione dei Giochi, e della società infrastrutture Milano-Cortina, che si occupa di infrastrutturazione dei Giochi e non solo perché nel portafoglio delle opere ci sono opere pubbliche che comunque sono a beneficio della collettività e di chi continuerà ad andare in quei luoghi».
Oltre il 70% delle opere finanziate sarà destinato a settori come mobilità, viabilità, trasporto ferroviario e rigenerazione urbana. Solo una piccola quota – poco più del 15% – riguarderà strutture sportive. Una scelta che potrebbe garantire benefici a lungo termine, ma che rischia anche di allontanarsi dal core olimpico.
Obiettivo trasparenza e legalità
In un clima di forte attenzione pubblica e politica, la questione della trasparenza nella gestione dei fondi è diventata centrale. Anche per questo, è nata l’iniziativa civica Open Olympics 2026, una rete di oltre 20 organizzazioni della società civile che chiedono chiarezza e legalità nella gestione dell’evento.
«Sul fronte della legalità, della trasparenza e del rispetto dell’ambiente è nata anche una campagna internazionale di monitoraggio civico Open Olympics 2026, avviata da una ventina di organizzazioni della società civile sia nazionale che di ambito regionale. Un’iniziativa per chiedere Giochi trasparenti, legali e rendicontabili’ e una costante informazione sulle ‘spese effettuate direttamente e indirettamente»
L’iniziativa mira anche a evitare i problemi che hanno afflitto edizioni precedenti, come lo sforamento di budget, la costruzione di cattedrali nel deserto e i contenziosi giudiziari. I Giochi di Milano-Cortina 2026 si preannunciano come un banco di prova non solo sportivo ma anche politico, economico e sociale.
I numeri in campo sono importanti, le promesse anche. Ma solo una gestione trasparente, documentata e con obiettivi di lungo periodo potrà farli passare alla storia come un successo per l’Italia e non come un’occasione sprecata.