Un valore complessivo di 2,4 miliardi di sterline – 3,3 miliardi dollari – pur non salendo a podio e andando a fatica a punti. Si parla di Aston Martin, il cui team di F1, sebbene quella in corso non possa dirsi una stagione di certo entusiasmante ha strappato questa valutazione monstre, a seguito della decisione della Aston Martin Logonda Holdings di vendere una quota di minoranza del team.
Secondo quanto riporta Bloomberg, la quota del team prossima alla cessione, non dovrebbe superare un controvalore di 110 milioni di sterline – circa 145 milioni di dollari – e sarebbe già stata firmata una lettera di intenti vincolante da parte dell’acquirente.
Tuttavia, l’amministratore delegato Adrian Hallmark, ha dichiarato che non renderà pubblico – al momento – il soggetto che acquisirà la quota del team.
Una mossa, quella della holding, ampiamente annunciata già mesi fa, quando era stato dato mandato alla banca d’affari Raine Group, di individuare potenziali acquirenti.
Aston Martin valutazione record: i piani di Lawrence Stroll
Per quel che riguarda l’Aston Martin in pista, il nuovo socio di minoranza non cambia in alcun modo gli equilibri.
Il proprietario della scuderia, così come della holding, porta sempre nome di Lawrence Stroll e i piani del miliardario canadese sono ben chiari da tempo.
Per almeno le prossime cinque stagioni – a partire dalla prossima – la holding manterrà il suo team in F1 e, anche il colosso petrolifero Aramco, è del tutto intenzionato a confermarsi main sponsor del team britannico, non escludendo inoltre di esercitare il diritto a una partecipazione al team – nell’ordine del 10 – come previsto dall’accordo di sponsorizzazione.
La vera notizia non è quindi l’apertura a un nuovo socio di minoranza ma quanto il brand Aston Martin riesca a veder crescere la propria valutazione senza che questa sia accompagnata da successi sportivi.
A fine 2023 – anno un cui grazie al talento del veterano Alonso – qualche podio era arrivato per l’Aston Martin, il team valeva circa 1 miliardo di sterline (1,3 miliardi di dollari). A novembre di quell’anno infatti, la valutazione veniva confermata a seguito dell’acquisizione di Arctos Partners.
Poco meno di un anno dopo, a settembre 2024, il team vedeva salire la sua valutazione a 1,8 miliardi di sterline – 2,4 miliardi di dollari, oltre 1 miliardo in più in dieci mesi – a seguito degli investimenti da parte dei fondi di private equity Accel e HPS Investment.
Capolavoro finanziario o grande bluff
In due anni quindi, il team ha visto crescere la sua valutazione del 153% risultato già di per sé sorprendente che diventa a dir poco strabiliante se si torna a ragionare sul risultato sportivo.
In pista la monoposto verde non va a podio dal GP del Brasile del 2023 (39 Gran Premi fa) e ha conquistato nelle ultime due stagioni un bottino complessivo tra i due piloti di 130 punti.
Poco meno dei punti di Charles Leclerc nella stagione in corso con 13 GP disputati.
Un qualcosa di difficilmente spiegabile ma interamente attribuibile alle grandi doti persuasive di Lawrence Stroll che con la parabola Aston Martin sta firmando il suo capolavoro finanziario.
Il magnate canadese non solo ha attirato a sé fondi su fondi e visto schizzare la valutazione di un team che, come detto, al di là del blasone in F1 non ha portato ancora nulla di concreto.
Ma è anche riuscito a raccogliere attorno al progetto Aston Martin il meglio del Circus. Partendo dalla vecchia gloria, desiderosa di togliersi ancora soddisfazioni, Fernando Alonso, passando per uno stratega della tecnica come Enrico Cardile (strappato alla Ferrari dopo vent’anni) sino ad arrivare al Re Mida dell’ingegneria, Adrian Newey, che ha accettato di creare il progetto per l’Aston Martin 2026.
E chissà che con il nuovo ciclo tecnico non arrivi anche la prima vittoria a nome Aston Martin, che dia giusto seguito alla visione del vecchio Stroll.