Milano Cortina 2026: Grande soddisfazione del CIO a sei mesi dai Giochi

Christophe Duby del CIO traccia un bilancio positivo di Milano Cortina 2026: lavori in linea, biglietti venduti e polemiche risolte sullo stadio del bob di Cortina. L’Italia si prepara a Giochi più nazionali.

Bandiera Giochi Milano Cortina 2026
Visione CIO
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Mancano sei mesi alle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026 e il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) traccia un bilancio decisamente positivo dell’evento che porterà i Giochi in Italia per la seconda volta nella storia dopo Torino 2006.

Christophe Duby, direttore esecutivo delle Olimpiadi, non nasconde la soddisfazione per l’andamento dei preparativi in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera.

«Il bilancio è di grande soddisfazione, – ha dichiarato Duby. – I lavori sono in linea con il programma, la vendita dei biglietti registra numeri importanti tra i più giovani e il percorso della fiaccola è definito».

La dimensione italiana dell’evento

Una delle principali differenze rispetto all’esperienza di Torino 2006 è l’approccio geografico e culturale dell’evento. Se i Giochi piemontesi avevano una connotazione più regionale, Milano-Cortina 2026 punta a essere un evento genuinamente italiano.

«Sono coinvolte due grandi regioni e due province, – spiega Duby. – Ho visto una fierezza enorme anche nei piccoli villaggi e si fondono assieme quegli elementi culturali, paesaggistici e gastronomici che fanno grande l’Italia».

Il direttore esecutivo non nasconde però le complessità organizzative affrontate.

«Un conto è organizzare la fiera della Fonduta, un conto i Giochi Invernali, – ammette con ironia nel corso dell’intervista. – È stato difficile mettere assieme federazioni, regioni, provincia e comuni con il governo centrale. Siamo riusciti a creare una piattaforma di gestione armonica non centralizzata che ci rende e vi deve rendere orgogliosi».

Il caso dello stadio del bob: quando la politica prevale

Uno dei capitoli più controversi della preparazione olimpica riguarda lo stadio del bob di Cortina. Inizialmente, il CIO aveva una posizione netta: utilizzare impianti esistenti all’estero piuttosto che costruire una nuova pista costosa. La marcia indietro del Comitato ha sollevato interrogativi sulla governance dei Giochi.

«La nostra posizione era chiara: riutilizzare Cesana Torinese o andare all’estero senza investire su una nuova pista, costosa e superflua, – chiarisce Duby. – Ma il governo ha deciso diversamente perché pensa che l’investimento abbia senso per il futuro, si è assunto il rischio di impresa e noi non ci siamo potuti opporre».

In questi casi è necessario pragmatismo.

«Il potere del CIO si ferma dove comincia quello della politica, – spiega il dirigente olimpico. – Diamo indicazioni ma non possiamo decidere al posto dei governi. Bisogna essere pragmatici».

Sport di nicchia e accessibilità: le sfide del programma invernale

La presenza di discipline come bob, slittino e skeleton – praticate da poche centinaia di atleti in poche nazioni – solleva interrogativi sulla loro rilevanza olimpica. Duby difende la loro inclusione nel programma invernale. 

«Il programma invernale lascia spazi liberi rispetto a quello estivo, – dichiara Duby. – Nelle nazioni che organizzano e dove c’è cultura di bob o slittino, se non si costruiscono nuovi impianti, anche discipline poco praticate hanno senso».

Tuttavia, il CIO è consapevole di un problema più ampio: la presenza di sport dove sono soltanto tre o quattro paesi a dividersi venti medaglie. L’esempio della Germania, che a Pechino 2022 ha conquistato metà delle medaglie nelle discipline di scivolamento, o dei norvegesi che monopolizzano la Combinata Nordica, evidenziano la necessità di riforme.

Costi alberghieri e logistica: il prezzo della bellezza

Uno degli aspetti più critici riguarda i costi stellari degli alloggi nelle località di gara. Duby affronta la questione con realismo, sapendo che la sfida logistica è considerevole.

«A Cortina e Livigno ci sono strade strette, pochi alberghi e cari. È il prezzo da pagare. Anche noi del CIO alloggeremo lontani dai campi di gara, – dichiara, tracciando quella che potrebbe essere una soluzione: – stiamo completando un piano di trasporti che permetta a tutti di raggiungere velocemente le località interessate».

Il problema non è esclusivamente italiano, anzi. Il discorso vale anche per Los Angeles 2028, dove i prezzi si annunciano mostruosi, ed è una tendenza globale nel mondo olimpico.

L’eredità di Malagò

Nell’intervista non manca un riconoscimento a Giovanni Malagò, che dopo dodici anni alla guida del CONI si divide ora tra i Giochi e il CIO.

«Sarà preziosissimo per noi, per voi e per le Olimpiadi, – dichiara Duby. – In tanti anni di Comitato Olimpico un uomo con la passione, le capacità lavorative e l’entusiasmo di Giovanni non l’ho mai incontrato».

Con sei mesi all’evento, Milano-Cortina 2026 si presenta come un appuntamento che promette di coniugare eccellenza sportiva, valorizzazione territoriale e sfide economiche, in un equilibrio delicato tra aspirazioni olimpiche e realtà organizzative.

 

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