Prosegue il dibattito parlamentare sul decreto Sport. A Roma prende forma un’iniziativa congiunta – e in apparenza condivisa – che punta a sbloccare risorse aggiuntive per il Villaggio Olimpico diMilano Cortina 2026.
Due emendamenti, uno firmato dal Partito Democratico e l’altro dalla Lega, mirano a concedere al Comune di Milano la facoltà di rivedere le convenzioni urbanistiche attualmente in essere con il soggetto attuatore del progetto, la società Coima.
La compatibilità dell’intervento con la normativa europea
Al centro delle proposte vi è la necessità di affrontare il tema degli extracosti, stimati in oltre 40 milioni di euro, che la società chiede da tempo per far fronte all’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, accelerato dagli effetti delle tensioni internazionali degli ultimi anni.
Il caso non è isolato: anche per il Palaitalia, altro grande intervento legato alle Olimpiadi, la società Cts Eventim avrebbe avanzato richieste simili, parlando di extracosti nell’ordine di almeno 60 milioni di euro.
L’emendamento presentato dalla Lega richiama esplicitamente il rispetto del diritto europeo in materia di aiuti di Stato, facendo riferimento ai meccanismi previsti per la compensazione degli obblighi di servizio pubblico. Un passaggio che sembrerebbe offrire una base giuridica per sostenere economicamente l’intervento, incardinandolo tra quelli di interesse generale.
La crucialità dell’infrastruttura in vista delle Olimpiadi
Quello proposto dal PD, invece, mette l’accento sull’urgenza di garantire la piena realizzazione del Villaggio Olimpico, considerato un’infrastruttura essenziale per lo svolgimento dei Giochi olimpici e paralimpici invernali del 2026.
Si fa esplicita menzione alla possibilità di un contributo economico finalizzato a garantirne la sostenibilità e il completamento, sempre nell’ottica di soddisfare esigenze pubbliche in vista della rassegna a cinque cerchi.
In entrambi i casi, le due forze politiche sembrano convergere – almeno sul piano formale – verso una soluzione che consenta di superare le difficoltà finanziarie lamentate da tempo da Coima. La società ha più volte sottolineato che, senza un adeguamento dei fondi, il progetto rischia di rimanere incompleto o di subire ulteriori ritardi.
La convenienza politica dell’intervento
Tuttavia, proprio nei giorni in cui questi emendamenti approdavano alla discussione parlamentare, sarebbe emersa un’inchiesta condotta dalla procura di Milano che potrebbe rivelarsi politicamente sensibile.
Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, tra i soggetti coinvolti figurerebbe Manfredi Catella, fondatore e ad di Coima, che sarebbe coinvolto in un’indagine per presunta corruzione nell’ambito urbanistico. Su di lui penderebbe anche una richiesta di arresti domiciliari, la cui valutazione è attesa dopo l’interrogatorio di garanzia fissato per il 23 luglio.
Sebbene le vicende giudiziarie e la questione degli emendamenti sono formalmente separate, l’opportunità politica di destinare risorse pubbliche a un’azienda la cui figura apicale sarebbe attenzionata dalla magistratura impone massima cautela.
La possibilità di un contributo economico, pur giustificato da esigenze pubbliche e vincoli contrattuali, potrebbe infatti rivelarsi azzardata sul piano mediatico generando ricadute negative a livello reputazionale .
La strada per assicurare il completamento delle opere olimpiche si conferma complessa e disseminata di ostacoli, non solo tecnici ma anche politici, nonostante la convergenza e la collaborazione tra partiti.