Mondiali di Singapore: obiettivo 60 milioni di ricavi

World Aquatics, che guida i Mondiali di Nuoto per la quarta edizione, ha scelto di estendere la kermesse a 24 giorni. Una decisione che può rivelarsi premiante, soprattutto in termini economici, oltre che per lo spettacolo sportivo.

FINA 19th World Championships Budapest 2022
i numeri di World Aquatics
Image credit: Andrea Staccioli / Deepbluemedia / Insidefoto

Tra le acque di Singapore è la Germania a fare il ritmo con la corazzata cinese pronta a insidiare la vetta del medagliere. Ma sono tante le delegazioni nazionali, compresa quella azzurra, che vogliono fare la differenza.

Può ancora accadere di tutto ai Mondiali di Nuoto in scena nella città-stato asiatica, considerando che dureranno fino al 3 agosto per una kermesse lunga 24 giorni in totale.

(Qui la guida completa ai Mondiali di Sport e Finanza).

Una scelta, quella di World Aquatics, che guida i Mondiali per la quarta edizione, che può rivelarsi premiante, soprattutto in termini economici, oltre che per lo spettacolo sportivo.

Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore infatti, i Mondiali in corso potrebbero generare per World Aquatics oltre 60 milioni di dollari di ricavi, poco sopra di quanto ottenuto con l’edizione di Doha del 2024 che, tra diritti televisivi, sponsor e fee pagate dagli organizzatori ha generato 59 milioni di ricavi.

Mondiali Nuoto 2025 ricavi: i numeri di World Acquatics

Cifre che permetterebbero a World Aquatics, ente del Kuwait presieduto da Husain Al-Musallam, già segretario generale del comitato olimpico nazionale e direttore generale del consiglio olimpico dell’Asia, di chiudere il quadriennio 2021-2024 in terreno positivo.

L’ultimo bilancio approvato dall’ente ha fatto registrare un avanzo della gestione operativa di 10,6 milioni di dollari a cui si possono sommare redditi da investimenti di 11,7 milioni, per un utile complessivo di 22,3 milioni, quasi il doppio in più rispetto al budget di inizio anno.

Il quadriennio quindi dovrebbe chiudersi a oltre 40 milioni di dollari, in netto contrasto con il 2017-2020, che aveva prodotto un deficit di 10,2 milioni dovuto però al rinvio dei Giochi di Tokyo.

Nel nuoto, a differenza di quanto accade nell’atletica, gli organizzatori di una manifestazione come i mondiali devono deve acquistare il diritto, il che porta quasi sempre gli “stessi nomi”, intesi come Paesi, a farsi avanti.

Estremo Oriente, con l’attuale Singapore (che ha sostituito Kazan, in Russia, per via del conflitto con l’Ucraina ancora in corso) ma anche con le edizioni di Gwangjiu nel 2019 e di Fukuoka nel 2023.

Non manca chiaramente il Medio Oriente, con la già citata Doha lo scorso anno ma anche Ungheria, protagonista europea assoluta con l’edizione del 2017, quella del 2022, e pronta a ospitare una nuova edizione, nel 2027, per raggiungere il primato di tre edizioni in dieci anni.

Da Singapore, lezioni per Los Angeles 2028

Come anticipato, il programma di Singapore è stato ampliato fino a 24 giorni – di fatto lungo quanto un’Olimpiade, così da ridurre le sovrapposizioni tra le varie discipline.

A dare il via sono stati i pallanuotisti che dentro l’OCBC Aquatic Centre, arena da tremila posti, che poi cederanno la scena ai tuffatori.

Nella piscina principale, ribattezzata World Aquatics Championships Arena, struttura con 10 corsie capace di accogliere 5300 spettatori, in questi giorni è di scena il nuoto artistico, mentre da domenica prossima entrerà in scena il nuoto, la disciplina acquatica più importante, l’unica capace di attrarre sponsor dai munifici portafogli.

Da Singapore comincia il percorso che porterà a Los Angeles 2028, dove il nuoto andrà in scena nella seconda settimana poiché la piscina sarà installata nello stadio che ospiterà la cerimonia d’apertura e gli organizzatori avranno bisogno di tempo per il cambio di scenario.

Il Mondiale di Singapore vive pure di sfide all’aperto in scena a Sentosa, nella Palawan beach, un club multifunzionale di 18.000 metri quadrati dove si sono disputate le gare di nuoto in acque libere, che hanno dato l’addio alle maratone sui 25 chilometri, introducendo la knockout sprint, una gara ad eliminazione con primo round da 1500 metri, semifinali sui 1000, finale sui 500.

Un’idea innovativa che potrebbe fare scuola e arrivare anche ai Giochi di Los Angeles.