NBA, stangata sugli stipendi: quasi 500 milioni tagliati ai giocatori

La massima lega cestistica statunitense chiude i conti della stagione 2024-25: i ricavi sotto le attese costano ai giocatori quasi mezzo miliardo di dollari trattenuto dal fondo escrow.

Stephen Curry, Golden State Warriors NBA stipendi escrow
ricavi sotto le attese
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La NBA ha chiuso i conti previsionali della stagione 2024-25. Il totale dei ricavi legati al basket (Basketball Related Income, BRI) ammonta a 10,25 miliardi di dollari, un valore inferiore rispetto alle attese, riporta Sportico.

Questo dato determina quanto effettivamente i giocatori possono incassare dai loro stipendi Per gli atleti, dunque, la notizia non è positiva: oltre 480 milioni di dollari verranno trattenuti tramite il fondo escrow, il meccanismo che regola la redistribuzione dei ricavi tra la Lega e i giocatori secondo quanto stabilito dal contratto collettivo (CBA).

A pagare il prezzo più alto è Stephen Curry, il giocatore più pagato della scorsa stagione con 55,8 milioni di dollari, che dovrà rinunciare a circa 5,1 milioni. Seguono Joel Embiid e Nikola Jokic (4,7 milioni ciascuno), Bradley Beal (4,6 milioni) e Kevin Durant (4,5 milioni).

Il funzionamento del meccanismo escrow

Il CBA prevede che i giocatori ricevano il 51% dei ricavi complessivi legati al basket. Per garantire questa suddivisione, la NBA trattiene ogni anno una quota degli stipendi per poi redistribuirla a fine stagione in base ai ricavi effettivi, che nell’ultimo anno è stata del 10%.

Quest’anno i giocatori porteranno a casa circa il 90,9% dei loro compensi lordi: del 10% inizialmente trattenuto, solo una piccola frazione, pari al 9%, tornerà ai giocatori, mentre il resto andrà alle squadre per ristabilire l’equilibrio dei conti.

Secondo Eric Pincus di Bleacher Report, i ricavi inferiori alle attese sarebbero dovuti a un mix di fattori: da un lato, le difficoltà dei media locali nel generare profitti, dall’altro la presenza di squadre di piccoli mercati nelle fasi finali dei playoff, che hanno ridotto l’incasso dai biglietti delle partite più importanti.

Precedenti storici e impatto della pandemia

L’escrow è stato introdotto nel 1999 e, per la maggior parte del tempo, la percentuale trattenuta dagli stipendi oscillava tra l’8% e il 10%. Nei periodi di crescita dei ricavi, i giocatori sono riusciti spesso a recuperare interamente quanto trattenuto.

In alcuni casi i cestisti sono riusciti persino a ricevere assegni integrativi per bilanciare il surplus guadagnato dalla Lega: tra il 2014 e il 2017, ad esempio, la NBA restituì il 100% dell’escrow più bonus aggiuntivi.

Tutto è cambiato con la pandemia: nel 2020, per compensare il crollo degli incassi legati alla chiusura degli stadi, la NBA alzò il tasso di ritenuta al 25%. L’anno seguente venne applicato un sistema di recupero graduale (“ten-and-spread”), che permise di distribuire nel tempo le perdite. 

Un residuo di circa 130 milioni di dollari è rimasto in sospeso fino al 2022-23, ma grazie alla ripresa dei ricavi i giocatori sono riusciti a incassare quasi l’intero ammontare dei loro stipendi.

Il confronto con la NHL e le prospettive future

Un sistema simile esiste anche nella NHL, dove l’escrow è stato spesso motivo di tensione tra i giocatori e le proprietà. Prima del COVID, gli atleti di hockey si vedevano trattenere almeno il 10% dello stipendio per sei stagioni consecutive, e le percentuali aumentarono ulteriormente durante la pandemia.

Tuttavia, grazie alla forte crescita recente del business dell’hockey, la NHL ha azzerato l’escrow per la stagione 2024-25. A gennaio, la Lega ha confermato che il fondo sarebbe stato interamente restituito ai giocatori, e lo scorso mese NHL e sindacato dei giocatori hanno rinnovato il contratto collettivo con un anno di anticipo, segno di una collaborazione ritrovata.

Per la stagione 2025-26, i giocatori NBA dovrebbero tornare a incassare i loro stipendi completi, senza trattenute. Il salary cap per il prossimo anno è stato fissato a 154,6 milioni di dollari, il massimo aumento consentito (+10%).

Questo incremento era atteso, dopo che lo scorso luglio la NBA ha firmato i nuovi contratti media da 77 miliardi di dollari complessivi con NBC, ESPN/ABC e Amazon: un aumento del 160% rispetto al precedente accordo.

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