Istat: 21 milioni di italiani fanno sport, cala la sedentarietà

Crescono gli italiani che praticano attività fisica, trainati da fitness e sport individuali, anche se permangono margini di miglioramento rispetto all’offerta tra impianti e sport destrutturato.

Valore sport italiano
i numeri dello sport
(Photo by: Andrea Staccioli / Insidefoto)

Italia più in forma. Secondo quanto emerge dall’indagine Istat 2024 sulla pratica sportiva, presentata nella sala conferenze del Foro Italico, sono oltre 21,5 milioni gli italiani – pari al 37,5% della popolazione dai 3 anni in su – a praticare almeno uno sport nel tempo libero. 

Il report è stato diffuso alla presenza del ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, dei presidenti di Coni e Cip, Luciano Buonfiglio e Marco Giunio De Sanctis, dell’ad di Sport e Salute Diego Nepi Molineris e dei vertici di Istat e Istituto per il Credito Sportivo.

L’importanza dei numeri per la pianificazione

Tra la platea di praticanti, il 28,7% lo fa con regolarità, mentre l’8,7% in modo saltuario. Un dato in crescita rispetto al 1995, quando la quota si fermava al 26,6%. In calo invece la sedentarietà, che scende dal 35% del 2023 al 32,8%.

«Non basta più l’entusiasmo, bisogna partire dai numeri – ha commentato Luciano Buonfiglio, neo presidente del Coni –. Senza di essi non si può pianificare in modo concreto. La visione che voglio trasmettere, e che sono certo il mondo dello sport saprà cogliere, è che dobbiamo metterci tutti insieme, con una sola giacca: quella dell’Italia, per il bene dei cittadini».

Nonostante i segnali positivi, resta alto il tasso di abbandono: il 25,4% degli italiani dai 3 anni in su dichiara di aver interrotto la pratica sportiva, a causa di mancanza di interesse, difficoltà economiche, carenza o difficoltà di accesso agli impianti. 

Luoghi e modalità: più attività destrutturata e all’aperto

Nel 2024 il 59,5% pratica sport in impianti al chiuso, il 36,8% all’aperto, ma ben il 37,7% degli sportivi si allena in autonomia, in spazi non attrezzati: parchi, strade, spiagge, montagna. Sempre più diffusa anche la pratica domestica: il 20% si allena in casa o in spazi condominiali, soprattutto tra le donne e nella fascia 25-44 anni.

«Bisogna aumentare lo sport destrutturato, creando un’offerta innovativa attraverso playground, palestre scolastiche, spazi non convenzionali – ha sottolineato l’ad di Sport e Salute Diego Nepi Molineris -. Fare sport costa e quindi dobbiamo abbattere i costi dello sport, quindi arrivare all’impiantistica gratuita il più possibile, il più diffusa in tutta Italia».

Sul fronte delle discipline praticate, resta in testa il gruppo “ginnastica, aerobica, fitness e cultura fisica”, scelto da oltre 7 milioni di persone (33,1%). Il calcio, seppur ancora molto diffuso tra i più giovani, continua a perdere terreno: dal 24,2% del 2006 al 20,1% attuale. In crescita invece il tennis, passato dal 6,5% all’8,5%, anche grazie al boom del padel.

«I problemi permangono, nonostante gli sforzi – ha aggiunto il presidente del Comitato Italiano Paralimpico Giunio De Sanctis -. A partire dall’impiantistica sportiva, che spesso ci impedisce l’accesso. Serve un intervento comune, deciso».

Differenze territoriali e trend in base alla fascia d’età

La pratica sportiva mostra alcune differenze regionali: al Nord-est il tasso di sportivi è del 43,9%, contro appena il 27,9% del Sud. Anche il genere incide: nel 2024 pratica sport il 43,4% degli uomini, contro il 31,8% delle donne. Tuttavia, il divario si riduce rispetto al passato: nel 1995 era di oltre 17 punti percentuali, oggi è di 11,6.

I più attivi sono i giovani: il 75,6% dei ragazzi tra 11 e 14 anni fa sport, la maggior parte con continuità. La quota si riduce progressivamente con l’età, ma è in crescita anche tra gli over 65. Gli over 74, ad esempio, sono passati dall’1,4% del 1995 all’8,1% odierno.

«Questi numeri sono uno strumento incredibile – ha commentato il ministro Abodi Siamo una struttura unica al mondo, con Coni, Cip, Sport e Salute e il Governo. È vero che il medagliere deve migliorare, ma questo deve andare di pari passo con la qualità della vita. Dobbiamo sostenere la competitività, ma anche il benessere attraverso lo sport».