Da Seattle a Macao passando per l’Europa: il piano d’espansione planetario dell’NBA

La lega cestistica statunitense persegue una doppia traiettoria di sviluppo: da un lato si punta al mercato domestico, dall’altro si guarda oltreoceano con gli occhi rivolti verso Cina ed Europa.

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ambizione globale
Oracle Arena, Oakland (Image credit: Depositphotos)

NBA senza frontiere. Dal 2004, anno in cui Charlotte ha fatto il suo ingresso nella lega con una fee d’accesso di 300 milioni di dollari, l’NBA è stabilmente composta da 30 squadre ripartire in due divisioni. 

L’idea di un’ulteriore espansione sul suolo americano non è mai uscita dai radar: Las Vegas e Seattle sono da tempo le principali candidate a entrare nel gotha del basket professionistico.

NBA estero: il peso economico dei mercati internazionali

Rispetto all’ultimo allargamento, il prezzo per una nuova franchigia è lievitato notevolmente: oggi si parla di una quota d’ingresso compresa tra i 4 e i 5 miliardi di dollari, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, una cifra oltre dieci volte superiore a quella stabilita per l’ultima espansione.

Parallelamente all’attenzione rivolta al mercato domestico, cresce l’attenzione verso le geografie oltreoceano, che rappresentano già circa il 10% dei ricavi della lega, una quota che i proprietari puntano a incrementare significativamente.

Il principale ostacolo resta quello degli orari: le partite NBA si disputano in in fascia notturna per l’Europa e all’alba per l’Asia. Per ovviare a questa criticità, la lega sta puntando con decisione su contenuti digitali, highlights e fruizione via social media.

NBA estero: il ritorno in Cina e i piani europei

Un passo concreto verso la riaffermazione internazionale sarà il ritorno dell’NBA in Cina. Dopo le tensioni del 2019, che spinsero l’emittente televisiva di Stato CCTV a oscurare le partite), la lega ha annunciato due match di preseason tra Brooklyn Nets e Phoenix Suns

Gli incontri si disputeranno a Macao il 10 e 12 ottobre 2025, segnando un nuovo tentativo di ricucire i rapporti con uno dei mercati più strategici al mondo, con un potenziale commerciale significativo.

Ma la vera rivoluzione potrebbe arrivare sul fronte del Vecchio Continente. Lo scorso 27 marzo, dopo un periodo di rumors incessanti,  il commissioner Adam Silver ha ufficializzato che l’NBA sta valutando la creazione di una nuova lega europea, in collaborazione con la FIBA. 

Eurolega: spettacolo in campo e conti in sofferenza

Questo progetto, che rappresenterebbe un’alternativa all’attuale Eurolega, nasce da oltre un anno di colloqui con i potenziali stakeholder, in primis potenziali investitori e club esistenti oltre ad aziende costruttrici di impianti e partner commerciali.

L’Eurolega, nata oltre vent’anni fa in opposizione alla stessa FIBA, ha ottenuto buoni risultati in termini di crescita sportiva e seguito, ma continua a presentare una fragilità insita sul piano economico

I bilanci sono spesso in sofferenza: il budget medio per un club è di circa 20 milioni di euro, con un totale di 360 milioni per tutte le 18 squadre partecipanti. Di questi, al massimo 230 milioni possono essere destinati agli stipendi dei giocatori, in base alle regole che fissano il salary cap al 65% del fatturato di ogni squadra.

Tuttavia, i ricavi complessivi – provenienti da biglietteria, sponsor e diritti TV redistribuiti dalla lega – ammontano a poco più di 100 milioni di euro, rendendo indispensabile l’apporto di capitali privati per sostenere le spese.

NBA estero: il progetto della lega statunitense nel Vecchio Continente

Il progetto NBA-FIBA prevede una competizione semiaperta, inizialmente composta da 16 squadre, di cui 12 con licenza permanente e quattro qualificate sulla base di criteri legati alle performance sportive.

Alcuni tra i club storici dell’Eurolega, in primis Real Madrid e Barcellona, ma anche l’ASVEL di Lione e l’Olimpia Milano, potrebbero migrare verso la nuova lega, mentre in diverse capitali europee, tra cui Roma, si starebbe valutando la nascita di nuove franchigie sotto l’egida dell’NBA.

L’obiettivo dichiarato è dare vita a una competizione che oltre alla spettacolarità sportiva sia appetibile a livello globale. Per la NBA, significherebbe non solo rafforzare la propria presenza nel Vecchio Continente, ma anche costruire una vera e propria rete globale del basket professionistico.

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