Rappresentare lo sport italiano nel mondo. O meglio, simboleggiarlo attraverso la diplomazia su cui si deve fondare una competizione sportiva. Il Giro d’Italia è ufficialmente Ambasciatore dello sport italiano nel mondo, dopo che lo stesso conferimento aveva riguardato Jannik Sinner e Luciano Spalletti.
Questa nuova designazione, conferita dal vicepremier e ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, sottolinea l’importanza della Corsa Rosa e il potenziale dei marchi italiani associati al ciclismo: dall’industria delle biciclette all’abbigliamento sportivo, fino alla tecnologia.
Come riporta l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, Tajani ha conferito a Urbano Cairo, presidente di Rcs MediaGroup, una pergamena e una targa che attestano il nuovo ruolo del Giro come “Ambasciatore della diplomazia dello Sport“, consegnando anche una maglia rosa personalizzata.
«Sosteniamo con entusiasmo la Corsa Rosa, promuoverla è un modo per esaltare i valori educativi dello sport, per far crescere il turismo e promuovere il Made in Italy. Il Giro infatti non è soltanto sport, ma anche una straordinaria attività industriale e imprenditoriale: il nostro export equivale al 45% del Pil, l’1,5 arriva dallo sport. E anche nel ciclismo abbiamo diverse eccellenze», ha dichiarato Tajani all’evento alla Farnesina.
Giro d’Italia Ambasciatore – Turismo, Made in Italy e impatto economico
L’attenzione è già ben focalizzata sull’edizione 2024, con la presenza d’eccezione di Tadej Pogacar. Tra circa due mesi prenderà il via la Corsa numero 107, “l’Italia che corre”. Una kermesse ciclistica dal grande valore non solo sportivo, come confermano le parole di Cairo.
«Il Giro è una splendida corsa a tappe che viene vista in tutto il mondo, è un invito a chiunque la guardi da lontano a venire in Italia. Ed è anche una grande promozione del Made in Italy: sono tante le aziende del settore della bicicletta e dell’abbigliamento sportivo che danno lustro al nostro Paese, come ad esempio Castelli», ha evidenziato il presidente di RCS MediaGroup.
Non è mancata menzione al notevole indotto sul territorio che crea la storica competizione, il cui impatto è stato analizzato nel dettaglio da Banca Ifis. «Le ricadute economiche sono notevolissime: parliamo di 600 milioni di euro di prodotti e servizi consumati nei sei mesi successivi alla corsa, mentre sui 18 mesi si arriva a un miliardo e 400 milioni. Numeri importanti che testimoniano come il Giro sia un aiuto concreto per l’Italia», ha concluso Cairo.