Qual è il valore del torneo delle Sei Nazioni? La stagione del prestigioso rugby ha preso avvio con la sfida tra Francia e Irlanda, segnando l’inizio ufficiale della 25ª edizione delle Sei Nazioni (la 130ª, considerando anche le edizioni dell’Home Championship e del Cinque Nazioni). Questo torneo sta assumendo sempre maggiore rilevanza a livello economico in Europa.
L’esordio dell’Italia è imminente, con il primo match contro l’Inghilterra all’Olimpico. Successivamente, gli azzurri affronteranno l’Irlanda a Dublino il 11 febbraio, seguito dalla trasferta a Parigi contro la Francia il 25 febbraio, la seconda e ultima gara casalinga contro la Scozia il 9 marzo e la chiusura in trasferta a Cardiff contro il Galles il 16 marzo. Tutte le partite del Sei Nazioni 2024 saranno trasmesse in diretta su Sky Sport, con le partite dell’Italia disponibili anche in chiaro su TV8.
Ricavi Sei Nazioni, l’impatto sui conti della Federugby
Iniziamo l’analisi focalizzandoci sull’Italia. Le partite delle Sei Nazioni hanno un impatto significativo sull’intero movimento rugbistico italiano, sia dal punto di vista economico che non economico, considerando la crescita del numero di giocatori tesserati che ha raggiunto i 71.000 (secondo gli ultimi dati del Coni), sebbene con fluttuazioni. Dal punto di vista economico, il torneo rappresenta quasi la metà del fatturato della Federugby: nel 2022, i ricavi provenienti dal torneo ammontavano a 14,8 milioni di euro, pari al 32,8% del fatturato complessivo della federazione, che ammontava a 45,1 milioni.
Si prevede che tali numeri aumenteranno nel bilancio 2023, con i ricavi del Sei Nazioni stimati intorno a 15,6 milioni di euro rispetto a un fatturato complessivo in calo a 41,7 milioni. Per l’Italia, i maggiori introiti provengono dai diritti televisivi, ammontanti a circa 12,2 milioni di euro, mentre la vendita dei biglietti contribuisce con circa 1,5 milioni di euro.
Sei Nazioni, il giro d’affari per le federazioni
Il Sei Nazioni è un evento fortemente legato al pubblico. Nel 2023, la media degli spettatori per ciascuna partita è stata di 67.395, un numero sorprendente che si avvicina solo a quello della NFL in termini di affluenza sugli impianti sportivi, sebbene con le differenze temporali tra un evento limitato come il Sei Nazioni e una lega stagionale come quella del football americano statunitense.
L’interesse per il torneo quindi è tale che negli ultimi anni si è registrata una crescita delle entrate per le sei federazioni coinvolte. Inizialmente, questa rapida crescita del fatturato aveva permesso alla Federugby, nel 2015, di avvicinarsi alla prima concorrente, ovvero la Scozia, ma poi si è allontanata nuovamente nel 2016.
Le altre federazioni sono notevolmente distanti, soprattutto perché la crescita ha interessato maggiormente le altre cinque rispetto all’Italia. Dal 2010, la crescita del fatturato della FIR è stata del 26%, con la Francia che ha registrato un +45%, mentre alcune federazioni, come la Scozia, sono riuscite a raddoppiare le loro entrate.
L’indotto del Sei Nazioni sulle sei città
Nonostante le entrate significative per le federazioni, l’impatto economico si estende anche alle città e alle nazioni ospitanti. Un documento RBS del 2014 stima che tifosi e turisti contribuiscano con circa 375 milioni di sterline alle nazioni partecipanti, con un impatto di circa 150 milioni di sterline sulle singole città ospitanti (Londra, Parigi, Edimburgo, Roma, Cardiff e Dublino). Durante i giorni delle partite, i prezzi aumentano sensibilmente, con una media del 345% in più per gli hotel a Cardiff nel 2017, secondo uno studio di trivago.co.uk.
Il torneo delle Sei Nazioni, con un giro d’affari di oltre 500 milioni di euro, beneficia anche dei diritti televisivi (trasmetto in 187 nazioni) e degli sponsor. Con l’ingresso del fondo CVC nel marzo 2021, acquisendo una quota del 14% della società che gestisce il torneo, l’obiettivo è continuare a crescere. L’investimento di CVC ha già apportato liquidità alle federazioni (la FIR ha registrato incassi per 35 milioni nel bilancio 2021 solo grazie all’accordo con CVC), e il passo successivo è quello dello sviluppo, che include iniziative come la recente serie su Netflix, presentata nei giorni scorsi, seguendo uno stile simile a quello della Formula 1.