Un Paese “stravagante”, secondo il ministro per lo Sport, Andrea Abodi. L’Italia è tra i primi paesi per il “consumo” di sport ma, anche, tra le prime per sedentarietà.
I dati sullo sport in Italia parlano di un positivo 32% di fiscalità generata come contributo statale, cifra che non scende mai sotto i 410 milioni; allo stesso tempo, però, il Belpaese resta al di sotto della media europea per spesa pubblica sportiva (73, 6 euro pro capite contro i 119,7 di altri Paesi) e l’incidenza sul totale è solo lo 0,46% (la media UE è di 0,75%).
Il settore sportivo rimane di fondamentale importanza, con i suoi 104mila occupati, almeno 100mila tra asd e ssd e un contributo al Pil del 3,4%. A livello di esternalità all’impatto sociale dello sport, pari a 1,5 miliardi, ne corrisponde uno sanitario (risparmio sulla spesa) di 5,6 miliardi.
Grossa problematica individuata negli impianti sportivi, 77mila in Italia ma con il 60% sopra i 40 anni d’età: questo il tema dell’intervento di Giovanni Malagò, presidente del Coni, al Forum “Italia 2023: persone, lavoro, impresa”.